sabato 9 giugno 2012

God is Vegan



Don’t ask me why i am a Vegan… 
Ask yourself why you are not…






Fieramente e ripetutamente Cruelty free

martedì 5 giugno 2012

Frammenti






Foto : "Diagonala" Karlo Kocjančič (1932)

















…"Amo quel tatuaggio, te lo giuro"
"Sei una lepre bugiarda".
Ed eccomi lì, dopo giorni e notti durissimi, con quella donna. Una cassiera, ancora una ragazzina. E poi le altre cose, quelle che pesano tonnellate: notti e giorni ardui come secoli e letali come respirare su Marte. Ira, sregolatezza e qualcosa di criminale dietro quegli occhi sorridenti. Lei mi faceva correre in tondo come un topo da laboratorio e poi, quando ero esausto, scaricava il suo amore in me. Il suo amore non era continuo, un momento c'era e il momento dopo soffocava nel' incoerenza e nel disgusto. Maya aveva un piede qui e l' altro nella nona dimensione. La sua mente veleggiava per un mare viola e mi lasciava solo. Il mio amore invece era graduale e inoffensivo, continuava ad aumentare senza controllo  …  Era un tormento uscire al mattino e vederla prendere un' altra strada e la sera la pelle mi bruciava a furia di sopportare il suo silenzio quadrato, la sua rigorosa lettura, le sue spalle rivolte verso di me. Chi altri aveva quel tatuaggio ?
Nella mia mente si affollavano superstrade e vicoli ciechi. Era lì, appeso al gancio del macellaio, senza possibilità di fuga. Fuori un freddo soprannaturale bruciava le piante e la moglie del vicino cantava canzoni estive, dimentica di me, dell' ometto scalzo che va in cucina in punta di piedi a prendere un bicchiere di latte che si versa in parte sul pigiama. Dell' ometto che piange, trema e torna ad affondare il viso nel tatuaggio.
"Mi piaci, lepre, sei diverso"
La lepre tace, non gli importa di essere diverso, avere lei basta e avanza. Ricorda che l' ha conosciuta sulla spiaggia, una sera, al tramonto: sembrava una bambina che raccoglieva conchiglie ...   L' acqua si frangeva sulla roccia e le bagnava la gonna: una bambina senza genitori nè fortuna, una bambina in viaggio, e lui si era avvicinato. Era a un punto morto e lei aveva cambiato il suo panorama. Avevano camminato lungo la riva, lei l' aveva preso per mano e gli aveva fatto pensare che la Fortuna finalmente si ricordava di lui. Avavano parlato di musica e di città. Si erano raccontati le loro storie senza scendere nei particolari. Si erano poi visti parecchie volte e lui aveva creduto di conoscerla meglio di chiunque altro. Non aveva avuto occasione di soppesare i danni nè di immaginare un prima: lei si era incistata negli organi vitali come una pallottola ed è risaputo che questo genere di pallottole non si può estrarre senza rischiare la morte.
"Ne vuoi ancora ?"...




Tratto da "La sessualità della Pantera rosa"
La forma del vuoto
Efraim Medina Reyes (2004)
Feltrinelli

















Foto : Dragan Arrigler